I funghi dell'Appennino tosco-emiliano

La risposta giusta è “dipende”. Dipende dalla specie e dalle condizioni ambientali. Alcune specie si sviluppano in poche ore (alcuni Coprinus ad esempio), altre ci mettono alcuni giorni (come accade per i comuni porcini). Altre specie, soprattutto quelle che crescono sul legno, possono proseguire per mesi, o anni, il proprio ciclo vitale. Inoltre l’accrescimento è strettamente collegato alle condizioni ambientali: prosegue senza soste se non vi sono cambiamenti repentini del clima, può rallentare o interrompersi se le condizioni divengono sfavorevoli alla specie in oggetto.

 

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Accrescimento di un Boletus aestivalis, dalla fase di primordio alla maturità, ripreso in cinque giorni consecutivi.

Non è vero.
Questa è una credenza popolare di alcun zone d’Italia. In verità molti dei funghi che crescono sul legno non sono commestibili innanzitutto per la loro consistenza coriacea ma, è utile ricordarlo e sottolinearlo, esistono specie commestibili come la conosciutissima orecchietta (Pleurotus ostreatus) ma anche velenose come il falso chiodino (Hypholoma fasciculare).

Di nuovo, la risposta è no.
Le lumache, come altri animali, non hanno il medesimo metabolismo dell’uomo e la stessa capacità di digerire le medesime molecole. Per questo alcune specie di lumache si cibano comunemente dell’Amanita phalloides senza conseguenze apparenti mentre lo stesso fungo è mortale per l’uomo. Al contrario è difficile trovare il comune chiodino (Armillaria mellea) colpito dalle limacce mentre per l’uomo, dopo adeguata cottura, questo fungo non crea particolari disturbi. Lo stesso ragionamento deve essere attuato nei confronti di chi crede che dando un pezzetto di fungo a un gatto o un cane si possa verificarne la commestibilità. A parte la crudeltà di questa pratica c’è da sottolineare che anche per il gatto o il cane vale lo stesso ragionamento fatto per le lumache e inoltre non è detto che i sintomi da avvelenamento si manifestino poche ore dopo l’ingestione, a volte sono necessari giorni o addirittura settimane.

È il micelio che in determinate condizioni ambientali favorevoli dà origine al fungo, il corpo fruttifero adibito alla dispersione delle spore. Il micelio si sviluppa su differenti substrati di crescita a seconda della specie e delle modalità di sviluppo (parassita, saprofita, simbionte).

I funghi hanno la fondamentale funzione di degradare la sostanza organica, facilitando la mineralizzazione della stessa e rendendo disponibili gli elementi nutritivi minerali per essere nuovamente assorbiti dalle radici delle piante. Sono in sintesi protagonisti della parte terminale del cosiddetto “ciclo del carbonio”. I funghi simbionti inoltre sono assai utili alle piante in quanto aumentano il potere di assorbimento dell’acqua da parte dei vegetali (aspetto assai importante durante i periodi siccitosi) in cambio di materia organica che da soli non sarebbero in grado di sintetizzare non possedendo la clorofilla. I funghi in genere sono inoltre grandi accumulatori di sostanze tossiche (metalli pesanti e radiazioni innanzitutto), per questo alcuni esperti li paragonano a “spazzini dei boschi”.

Ovviamente la composizione cambia da specie a specie. In linea generale però è certamente l’acqua il principale elemento che compone i funghi. L’acqua rappresenta circa il 90% del totale. Per il resto vi sono sali minerali e pochissime proteine. I grassi sono pressoché assenti. Il contenuto calorico di un chilogrammo di funghi freschi è assai ridotto, circa 200-300 calorie. Contengono inoltre quantitativi diversi a seconda delle specie di una sostanza detta “micosina” molto difficile da digerire dai succhi gastrici dell’uomo; per questo alcune persone dopo il consumo di funghi commestibili hanno sintomi assimilabili a quelli che si presentano durante una indigestione.

È l’autunno la stagione che, dal punto di vista delle condizioni climatiche, ha le caratteristiche migliori per la maggior parte delle specie: notevole umidità causata da precipitazioni abbondanti, temperature non troppo fredde né eccessivamente calde, con livello di evaporazione contenuto anche nei primi strati del suolo. Alcuni ritengono inoltre che in questa stagione i funghi micorrizici traggano giovamento dal passaggio di numerose sostanze nutritive dalle radici delle piante al micelio, quelle non utilizzate dalla pianta durante la passata stagione di crescita.