Clavariodelphus pistillaris

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mazza d'Ercole
Non commestibile

Carpoforo
Altezza molto variabile, dai 10 ai 20 cm con esemplari che possono però anche raggiungere dimensioni maggiori; larghezza da 2 a 4 cm. La forma è tipicamente a mazza (da cui il nome volgare) con diametro gradualmente maggiore dal basso verso l’alto e apice evidentemente arrotondato. Il colore nelle fasi giovanili è leggermente più chiaro (giallo pallido) e diviene a maturità ocraceo o giallo aranciato e poi in vecchiaia di nuovo più chiaro; possono essere osservati riflessi violacei nella porzione inferiore. Se toccato può mostrare un viraggio al brunastro-violaceo.

Imenoforo
Sostanzialmente indifferenziato o finemente corrugato, è situato nella parte superficiale superiore del corpo fruttifero.

Carne
Inizialmente bianca e soda, poi spugnosa e fibrosa, infine molle e con maculature violaceo o brunastre. Odore da subnullo a lieve e gradevole, sapore da amarognolo ad amaro.

Habitat di crescita
Simbionte con latifoglie con una netta predilezione per il faggio. E’ diffuso soprattutto alle quote superiori dove dominano appunto le faggete. Cresce sia solitario che in gruppo, sia in estate che in autunno. E’ relativamente comune nell’area appenninica di nostro interesse.

Microscopia
La misura delle spore è importante per definire con certezza la specie. Clavariadelfus pistillaris ha dimensioni sporali medie di 10-13x6-7 μm, tali dimensioni sono più ridotte in altre specie morfologicamente simili.

Macroreazioni
L’utilizzo di KOH (idrossido di potassio) può rendersi necessario per un’identificazione certa, differenziandola dalla simile Clavariadelphus flavoimmaturus (tipica di aree a clima mediterraneo); in questo caso la nostra specie ha reazione giallo oro a differenza della seconda che reagisce sviluppano un colore arancione.

Segni particolari
La forma a clava identifica immediatamente il fungo anche se, come già accennato vi sono almeno altre due specie assai simili: C. truncatus che però è simbionte di conifere, ha l’apice troncato e non arrotondato e sapore meno amaro o dolciastro e C. flavoimmaturus delle aree a clima mediterraneo (leccete e querceti in genere).

Note
Non vi è concordanza sulla commestibilità di questo fungo. Alcuni lo pongono all’interno dei non commestibili a causa della scarsa qualità organolettica e del sapore amaro, altri lo definiscono commestibile anche se di scarsa qualità. Si consiglia di osservarlo per la sua bellezza e di lasciarlo sul posto.

clavariodelphus-pistillaris
La tipica forma a mazza del corpo fruttifero.